Caccia al genoma del tartufo

L’uomo clona con successo le pecore, mescola i geni di lucciole e pomodori e semina mais indistruttibile. Ma con il tartufo bianco è ancora fermo a secoli fa. Non sappiamo bene dove nasca, non siamo in grado di coltivarlo e non possiamo neppure riprodurlo. A portarci da lui è ancora il naso di un cane, che di notte guida il suo padrone ai piedi di questo o quell’albero, lontano da occhi indiscreti. Il profumato mistero di uno strano fungo che cresce sottoterra è ancora intatto, impassibile a ogni evoluzione e saldo su un’unica certezza: quella del palato, oltre a quella del portafogli.
Ma sarà sempre così? Pare proprio di no. Nell’era della genomica, quella tecnologia che permette di leggere tutta l’informazione genetica che risiede nel dna di un organismo, anche il genoma del tartufo è oggetto di ricerca. Da due anni, un progetto italo-francese (ma sarebbe più giusto dire franco-italiano, visto che a Parigi hanno potuto contare su finanziamenti ben maggiori dei nostri) sta dando la caccia al dna di quello che Brillat Savarin ha definito come «il diamante di tutti i cibi».
Los grupos de investigación en Turín y Parma, tendrá la tarea de comprender la diferencia entre la trufa blanca y negra. Con la genómica, llevarán a cultivar trufas? "Es poco probable y en cualquier caso, este no es nuestro objetivo", dice el profesor Bonfante. Trifolao y los comerciantes se puede respirar un suspiro de alivio por muchos años, los precios de los productos más misteriosas de la tierra no llegará hasta el nivel de las patatas.
Il convegno ad Alba
I risultati delle prime indagini e i futuri passi saranno presentati oggi e domani ad Alba, capitale della trifola bianca la cui Fiera è stata inaugurata venerdì dal ministro Luca Zaia, durante un convegno promosso dal Centro nazionale studi tartufo dal titolo «Tutto quello che avreste voluto sapere sul tartufo, ma non avete mai osato chiedere». I ricercatori francesi e italiani, coordinati da Francis Martin dell’Institut National de la Recherche Agronomique di Nancy, hanno iniziato sequenziando il genoma del tartufo nero pregiato, il Tuber melanosporum. «L’indagine - spiega la professoressa Paola Bonfante dell’Università di Torino, responsabile italiana del progetto - ha rivelato che il tartufo nero ha un genoma cospicuo per un fungo. Tuttavia i geni sono veramente pochi, circa 7500, e sono questi che permettono al fungo di crescere nel suolo, di rintracciare la pianta giusta, di associarsi come un manicotto attorno alle radici e poi di aggregarsi a formare il tartufo».
L’accoppiamento dei miceli
Una vera sorpresa è stata trovare dei geni che controllano il mating, l’accoppiamento: «Anche nei tartufi per arrivare al corpo fruttifero si devono incontrare dei miceli che portano caratteri sessuali opposti. Questa scoperta sarà molto utile per migliorare la conservazione dei terreni vocati, le tartufaie, e per ottenere successo dalla micorrizazione delle piante».
Il tartufo è innanzi tutto profumo: a conferma di questo, un numero cospicuo di geni controlla la sintesi di molecole che portano a ben 120 aromi diversi. «È stato anche scoperto che le proteine dei tartufi contengono numerose componenti allergeniche, rendendoli tollerabili praticamente da tutti». O perlomeno, da chi è disposto a spendere 350 euro l’etto per il bianco più pregiato, che quest’anno promette un raccolto ottimo e con prezzi leggermente inferiori rispetto alla passata stagione.

Il nuovo progetto
Proprio il Tuber magnatum Pico, simbolo di Alba, non poteva essere ignorato. Durante l’incontro, il professor Martin presenterà il nuovo progetto di sequenziamento che, in collaborazione con i gruppi di ricerca di Torino e Parma, avrà il compito di capire la differenza tra tartufo bianco e nero. Con la genomica, si arriverà a coltivare il tartufo? «È improbabile e in ogni caso non è questo il nostro scopo» dice la professoressa Bonfante. Trifolao e commercianti possono tirare un sospiro di sollievo: ancora per molti anni, le quotazioni del prodotto più misterioso della terra non scenderanno al livello delle patate.

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Noticia traducida al español. El hombre clonado con éxito a una oveja, a mezclado genes de luciérnagas con tomates, siembra de maíz indestructible.
Pero con la trufa blanca no emos podido hacer nada desde siglos pasados. No sabemos exactamente donde nació, no somos capaces de cultivarla .
Para poder buscarla la unica forma sige siendo la nariz de un perro, al pie de este o aquel árboles, lejos de miradas indiscretas.
El misterio de una seta fragante extraño que crece bajo tierra todavía está intacta, insensible a toda la evolución y el equilibrio sobre una certeza: la del paladar, además de las carteras.
¿Pero siempre será así? Parece que no. En la era de la genómica, la tecnología que permite leer toda la información genética que reside en el ADN de un organismo, el genoma de la nariz es el tema de la investigación. Durante dos años, un proyecto esta a la caza del ADN de lo Brillat Savarin ha descrito como "el diamante de todos los alimentos la trufa".
Los resultados de las investigaciones iniciales y los pasos futuros se presentará hoy y mañana en Alba, capital de la Feria de la trufa blanca, que fue inaugurado el viernes por el ministro Luca Zaia, en una conferencia patrocinada por el Instituto Nacional de trufa titulado "Everything You Always Wanted to Know en las trufas, . " Investigadores ,coordinado por Francisco Martín del Institut National de la Recherche Agronomique, Nancy, comenzó la secuencia del genoma de la trufa negra, Tuber melanosporum. «La encuesta - dijo el profesor Paola Bonfante, de la Universidad de Turín, gerente del proyecto - reveló que la trufa negro tiene un gran genoma de un hongo. Sin embargo, los genes son muy pocos, alrededor de 7500, y son éstas las que permiten que el hongo cresca en el suelo, para ubicar la planta de la derecha, a sumarse como un manguito alrededor de las raíces y luego se unen para formar las trufas ".
Una verdadera sorpresa fue encontrar los genes que el acoplamiento de control, el apareamiento, hasta llegar a la trufa en el cuerpo fructífero debe cumplir con los micelios sexo opuesto principales personajes. Este descubrimiento será muy útil para mejorar la conservación de tierras adecuadas, la trufa, y para lograr el éxito de las plantas que forman micorrizas.
La trufa es el primer perfume parece confirmar esto, un número sustancial de genes que controlan la síntesis de moléculas que dan lugar a hasta 120 aromas diferentes. "También se descubrió que las proteínas de las trufas contienen muchos componentes alergénicos, ayuda a la salud. O al menos, de los que están dispuestos a gastar un elevado precio unos 400 euros por onza para el mejor trufa blanca, que este año promete una buena cosecha y precios ligeramente más bajos que la temporada pasada.
Los grupos de investigación en Turín y Parma, tendrá la tarea de comprender la diferencia entre la trufa blanca y negra.
¿Con la genómica, llevarán a cultivar trufas?: "Es poco probable y en cualquier caso, este no es nuestro objetivo", dice el profesor Bonfante.


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