Il presepe in Calabria

Di Corrado Alvaro (da Gente in Aspromonte) Giornalista e scrittore, Corrado Alvaro, nato a San Luca nel 1895 e morto a Roma nel 1956, trasse materia per le sue narrazioni dalla terra nativa, la Calabria, ispirandosi alla vita dura e difficile della sua gente. Con accurato realismo, nelle sue opere seppe far rivivere il suo paese con i suoi abitanti, ed anche in questo brano, tratto dal suo famoso romanzo " Gente in Aspromonte" , il presepe descritto è quello di un villaggio calabrese; universale resta il messaggio del Natale, festa di speranza e di pace.

"Natale è la festa più bella di tutte perché con la nascita del Signore l'innocenza tornò sul mondo. Da allora questa è la festa della speranza e della pace. Tutto sembra fatto per la gioia dei ragazzi che sono la speranza del mondo.
Nei paesi s'è lavorato tutta una settimana per fare il Presepe. Nel fondo si attendono rami di aranci carichi di frutta. Si lanciano ponti coperti di muschio da un punto all'altro, si costruiscono montagne, strade ripide, steccati per le mandre, e laghetti.
Il Presepe ha l'aspetto di un paesaggio calabrese. Dalle valli sbucano fiumi, le montagne sono ripide e selvagge. Su tutto pende un bel giallo dell'arancio come un frutto favoloso. Il figurinaio che ha fatto i pastori sa che i ragazzi si fermeranno a guardare, una per una, le figurine. Perché, meno i soldati di Erode, tutti i pastori somigliano a persone conosciute.
C'è quello che porta la ricottina. C'è il cacciatore con il fucile, c'è quello che porta l'agnello e fuma una lunga pipa, c'è il mendicante. C'è la gente che balla fra il tamburino, il piffero e la zampogna davanti al Presepe.
C'è l'osteria dove si ammazza il maiale e la gente beve, accanto alla fontana dove la donnina lava i panni. Ci sono persino i carabinieri che hanno arrestato un tale che ha rubato anche nella Santa Notte. I Re Magi spuntano dall'alto della montagna coi moretti che guidano i cavalli. La stella splende sulla grotta e gli angeli vi danzano sopra leggeri e celesti come i pensieri dei bambini e degli uomini in questi giorni."

Enviado por FECARA

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